L’amico Stefano Nozza di Cologno al Serio è un allevatore bravo e appassionato, ma in questa sede ci interessa parlare di e con Stefano Nozza per una sua passione particolare, che ha sviluppato raggiungendo un livello assai elevato di competenza: la meteorologia.
È Stefano Nozza che si occupa del servizio meteo per i soci della Cooperativa San Lorenzo, con previsioni personalizzate e mirate sul nostro territorio. Il servizio, lo ricordiamo, è attivo da aprile a ottobre. Si è dunque appena concluso e ripartirà il 1° aprile 2023.
A Stefano Nozza abbiamo fatto qualche domanda sulla stagione appena trascorsa e su come vede l’evoluzione della situazione meteo nei prossimi mesi.
Stefano, come commenti l’estate 2022?
Se guardiamo all’andamento termico e pluviometrico non solo l’estate ma tutto il 2022, fino ad ora, è stato un anno unico, con caldo eccezionale e minime precipitazioni.
Anomalie accentuate, ma non da record storico: quella appena passata è stata la seconda estate più calda di sempre, dopo quella del 2003. Ciò non toglie che sia stata una estate con valori decisamente folli: c’è stata una anomalia rispetto alle medie del periodo di circa 3 gradi in più.
Ma non è stato solo un problema di temperature…
Abbiamo avuto – e questo ha inciso particolarmente sul settore agricolo – assenza di precipitazioni importanti, con una fase di alta pressione sulle nostre zone praticamente continua per mesi. Se partiamo da gennaio, registriamo un deficit pluviometrico anche del 60-70%, con i mesi estivi praticamente senza precipitazioni degne di nota. Quindi caldo, siccità, terreni secchi. E il terreno secco si scalda di più, come si è visto nei terreni della pianura padana. La temperatura che noi consideriamo è quella dei primi due metri; un terreno secco e arido è un terreno che scalda molto di più rispetto a un terreno umido e quindi la situazione è continuamente peggiorata.
Pochissimi temporali, ma non di rado estremi nella loro pericolosità
Dove ci sono stati dei temporali, l’alta energia in gioco ha portato a eventi estremi, con gravi danni e grandinate iniziate già in primavera. Ricordo che con fasi di caldo prolungato, allorché si verifica l’ingresso di aria più fresca a quote medio alte si creano nel nord Italia le stesse condizioni che si registrano nelle pianure americane.
Sempre più caldo, dunque: il trend si conferma anno dopo anno
È così. Il trend del riscaldamento globale in crescita, ma anche di riduzione delle precipitazioni, trova una conferma continua dai dati. E in questo trend il 2022 rientra nella forchetta più alta, perché alla tendenza consolidata del riscaldamento globale si sono sommate tante coincidenze metereologiche, quelle che in gergo tecnico si chiamano situazioni di blocco o semplicemente blocchi. In pratica delle modifiche delle normali configurazioni anticicloniche che influenzano le perturbazioni e i flussi di aria calda o fresca. Mai come nel 2022 si è verificato tutto quanto poteva avere un effetto negativo su caldo e siccità da noi.
Nei prossimi mesi cosa dobbiamo aspettarci?
Ci si aspetta un inverno nella media termica, e dati i tempi è già molto. Gli ultimissimi dati stanno infatti virando verso anomalie termiche neutre e non più negative
Si potrà recuperare il deficit idrico?
Da quello che emerge dai modelli stagionali, nel medio termine direi di no, non si riuscirà a recuperare il deficit.
L’estate prossima sarà un po’ meno complicata?
Anche siamo a distanze enormi per la metereologia, è alquanto improbabile che possa ripetersi un’estate come quella appena trascorsa. Certo si continuerà nel trend di alte temperature e poche precipitazioni, ma in maniera meno drammatica rispetto all’estate 2022.